Il cinema dell’India sposa il Vicentino

da "IL GIORNALE DI VICENZA" di Martedì 25 Gennaio 2005

L’idea. A febbraio attesi i grandi produttori

Il cinema dell’India “sposa” il Vicentino

Riva: «Gli sfondi berici sono ideali»

di Marino Smiderle

Non è che i film indiani siano il massimo dell’originalità. Su 1.000 pellicole prodotte ogni anno da quella macchina cinematografica inarrestabile che risponde al nome di Bollywood, 980 parlano di storie d’amore contrastate, in genere di una bella ragazza che si invaghisce di un fusto della casta inferiore e che vede i sogni di matrimonio contrastati dalla famiglia. Poi tutto s’aggiusta e dal micidiale polpettone vien fuori la morale buonista: l’amore trionfa sempre. Il sesso, naturalmente, viene lasciato all’immaginazione dello spettatore: censura e pubblico dell’India non gradiscono nemmeno i baci, figurarsi il resto. Bastano le danze, sinuose e provocanti, per costituire dei riferimenti allegorici.
Tutta questa melassa sbattuta su pellicola (scuse anticipate ai capolavori che qualche volta saltano fuori, superano i confini indiani e sbancano i botteghini di mezza Europa) fattura 1,3 miliardi di euro. Basta questo per giustificare l 6;idea rivoluzionaria partorita dal laboratorio di Vicenza è : convincere i registi di Bollywood a scegliere location beriche per ambientare i loro film sentimentali. Visto che la Svizzera, per citare un esempio, ha attratto decine di troupe indiane affascinate dall’atmosfera montana, perché non fare lo stesso con gli incantevoli scorsi offerti dal Vicentino?
«Tutto è nato la scorsa estate - rivela Vladimiro Riva, consigliere delegato del consorzio Vicenza è -, dopo che Dino Menarin aveva già guidato una missione vicentina in India. In città è arrivato un gruppo incaricato dai grandi magazzini Globus , una catena diffusa da Nuova Delhi a Madras, da Calcutta a Bombay. Hanno realizzato il loro catalogo di moda autunno inverno scegliendo Monte Berico, il teatro Olimpico, Villa Cordellina, corso Palladio, via Roma come sfondo. E quando, poche settimane fa, siamo stati in visita a Madras abbiamo voluto verificare come avevano utilizzato il materiale prodotto a Vicenza: all'interno dei magazzini Globus siamo stati accolti da gigantografie beriche e da un video che sviscerava tutti i particolari di Vicenza, oltre che degli abiti pubblicizzati. Alla festa italiana in India, organizzata dalla Camera di commercio indo-i taliana, abbiamo avuto modo di conoscere i più importanti produttori cinematografici di Bollywood e, ai primi di febbraio, ci incontreremo con loro a Vicenza per discutere di eventuali forme di collaborazione».
«Arriveranno Mukesh Bhatt, grande appassionato della cultura italiana, e Rakhesh Malahotra - precisa Oscar Zago, presidente della società consortile Vicenza è e grande fautore di questa iniziativa -, seguiti da Deepti Bhatnagar, ex miss India e oggi apprezzata produttrice di show televisivi. Noi pensiamo che da questa idea potrebbe nascere una grande opportunità per Vicenza».
E che Vicenza è creda ciecamente in questa iniziativa è dimostrato dall’attivismo che è seguito all’indomani della missione indiana. Dopo aver coinvolto l’assessore provinciale Alessandro Testolin e l’assessore comunale, è stato deciso di fondare Vicenza film commission , nuova sezione del consorzio ideata proprio per attrarre produzioni cinematografiche. A seguire, Zago ha presentato anche Veneto cinema pro , «associazione di imprese e professionisti costituitesi per valorizzare e sviluppare l’attività cinematografica, televisiva e della comunicazione. E a giugno, tutti a Ischia alla Borsa internazionale del turismo cinematografico, per documentarsi sull’argomento.
«Dobbiamo sfruttare la nostra ricchezza naturale - sostiene Riva -. Non ci sono molte zone nel mondo che possono offrire il teatro Olimpico, la Rotonda, o la piazza degli Scacchi a Marostica o le montagne dell'altopiano di Asiago. E l’elenco potrebbe continuare. In India abbiamo ricevuto un’accoglienza interessata: sta a noi, a questo punto, creare i presupposti giusti. Per dire, se un produttore decide di girare il suo film nel Vicentino, dobbiamo fare in modo di non fargli pagare il plateatico, di fargli trovare un albergo ad un costo accettabile, di fornire i servizi (comparse, falegnami, elettricisti e quant’altro) in grado di agevolare le riprese. A questo proposito stiamo pensando addirittura di istituire dei corsi di formazione specifici. Ma non bisogna correre. Vediamo come vanno i colloqui con i produttori indiani: se, come credo, si innamoreranno di Vicenza, ci sono molte probabilità che nei prossimi anni la città diventi una tappa obbligata per i signori di Bollywood».
Poi i film-polpettone se li vedranno a Calcutta. Ma questo è un altro discorso.

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