giorni.ieri

COLLINE VICENTINE 1977

Due fratelli contadini, Rodolfo e Amedeo, orfani di entrambi i genitori, abitano in un casolare di proprietà dello zio paterno. Con loro c'è anche Ilaria, la giovane moglie di Rodolfo. Improvvisamente lo zio muore, e i due fratelli assieme ad Ilaria devono lasciare la casa per far posto a dei compratori benestanti.
I Giorni di Ieri di Stefano Pozzan è questo, un lungometraggio prodotto dalla Biplano Film nel quale si intrecciano storie di amore, eredità e conflitti sociali, raccontando in dialetto il Veneto rurale degli anni '70, rendendo l'atmosfera ancora più realistica con le riprese in pellicola 16mm e Super8 e l'utilizzo dell'audio Mono Valvolare.
La volontà di restituire un Veneto
autentico, un racconto nostalgico con la scelta meticolosa degli abiti, degli ambienti, delle automobili e la precisa scelta stilistica.
Un omaggio alla Nostra terra e a tutti quanti hanno vissuto la propria giovinezza in quegli anni.

IL CASOLARE di proprietà dello zio, immerso nelle colline vicentine dove ha luogo la vicenda di Rodolfo, Ilaria e Amedeo. Un non luogo
dove il nucleo familiare vive, lavora, sogna. Un luogo della memoria, dove il fumo del camino e della stufa annerisce i muri, ma che invece
il ritmo delle stagioni non può scalfire. Una protezione importante, un bene da preservare, ma che al tempo stesso è al centro di furibonde
lotte fraticide. La casa. Il bene primario di una famiglia da sempre. Quella famiglia che racchiusa al suo interno può esplodere.

LOCATION

Uno splendido casolare situato in località S. Valentino di Brendola (Vicenza) dove il tempo sembra si sia fermato. Circondato dalle colline dei Colli Berici e con un affaccio a sud-est sulla pianura che si stende fino a Verona, è uno degli ultimi baluardi della memoria contadina Vicentina.
I suoi muri hanno udito le voci delle persone che si sono susseguite negli anni. Il suo pavimento in mattonelle (quarei), è contradistinto da profondi solchi causati dall'incessante tragitto degli zoccoli ai piedi (sgalmare).
Un luogo dove ancora oggi, nelle notti buie e fredde d'inverno è possibile vedere nei boschi circostanti delle piccole fiammelle fluttuare nell'aria. Fiamme portate da "Spiriti" ignoti (Salbanei, Anguane o Barabeche, nella tradizione locale). Un simbolo di mistero che neanche la troupe del film che per mesi ha frequentato la zona ha saputo dare una spiegazione. Come il vento che risalendo dalla pianura in più di un'occasione sembrava sussurrare all'orecchio del forestiero storie e vicissitudini lontane nel tempo.

Il trailer del film: http://youtu.be/32oKdQXoG30

La casa di produzione: www.biplanofilm.it

RASSEGNA STAMPA

IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 19 Giugno 2010

CINEMA. Stasera proiezione alla sala della Comunità a Vo’ di Brendola

In dialetto e su pellicola. Ecco “I giorni di ieri”

Sottotitoli in italiano per il film di Stefano Pozzan che in settembre andrà alla Mostra di Venezia

Eva Dallari
SOVIZZO
Stefano va a Venezia con la sua pellicola: ma nel vero senso della parola, dato che il film che Stefano Pozzan presenterà a Venezia sarà una rarità girata con la cara vecchia pellicola in un mondo, quello del cinema, dove oggi tutto è in digitale. Pozzan, 39 anni, originario di Montecchio e residente a Sovizzo, presenterà al Festival del Cinema di Venezia 2010 nella sezione "Fuori Concorso" un film intitiolato "I giorni di ieri".
Pozzan negli anni ha scritto commedie teatrali ("Il settimo marito", 2001), sceneggiature e diretto corti ("Michela", 2004) e mediometraggi ("Lo spettacolo", 2001): è presidente inoltre della Biplano Film Produzioni Cinematografiche Indipendenti. Regista istrionico, già nel 2007 aveva già partecipato al "Fuori Concorso" con un cortometraggio di! 13 minuti in Super8 dal titolo "La strada verso il mare". È dello scorso anno, invece la sua regia del film "L'inganno", girato anch'esso nelle colline vicentine e presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Berlino.
“I giorni di ieri", invece, è un vero e proprio film in pellicola, ambientato nel 1977 a Vicenza e nelle zone rurali limitrofe: «Una storia d'amore apolitica - racconta Pozzan - che intreccia le difficoltà sentimentali, familiari e lavorative di una coppia di giovani sposi. La particolarità del film è che è recitato in dialetto veneto e sottotitolato in italiano».
Per ora, altro Pozzan non si sbilancia a dire su altri particolari del suo film. Ma questa sera alle 21 è in programma la prima proiezione pubblica della pellicola nella sala della Comunità di Vò di Brendola: questo perché i film fuori concorso possono essere promossi con varie proiezioni anche antecedenti al Festival di settembre. Alla serata parteciperà anche l'assessore regionale Elena Donazzan. Il film sarà poi in tour a Montecchio, Mestre, Padova, Treviso. E, a settembre, finalmente "I giorni di ieri" sarà proiettato al Festival del Cinema.

CORRIERE DEL VENETO

9 SETTEMBRE 2010

Lungometraggio

Dialoghi in dialetto veneto - L’esordio di Pozzan al Lido

«I giorni di ieri» ambientato nel Vicentino

in viaggio nel passato, uno spaccato di storia privata, umile, ma significativa e autentica del Veneto rurale del 1977. È soprattutto questo il film «I giorni di ieri» sbarcato alla Mostra del Cinema di Venezia dove è stato presentato dal cast e dal regista e ne è stato proiettato un estratto. Un film veneto al cento per cento, si potrebbe dire. Il regista, Stefano Pozzan è vicentino, come tutto il cast, il lungometraggio è girato nella campagna vicentina e recitato in dialetto veneto. «Volevo raccontare un Veneto che non c’è più - spiega Pozzan - esorcizzare i miei ricordi da bambino, far capire le vite dei nostri nonni e dei nostri padri, cose che adesso non possiamo neppure immaginare». La Vicenza rurale della fine degli anni ’70 è lo scenario della storia di «I Giorni di Ieri». Rodolfo, scontroso e irascibile, è sposato con Ilaria; insieme al fratello Amedeo, lavorano nei campi e vivono nella casa di un anziano zio, che li ha accolti dopo lamorte dei genitori.

La convivenza con il tempo fa sbocciare un amore nascosto tra Ilaria e Amedeo, cognato dolce e dai modi gentili con il quale inizia una relazione. Un triangolo d’amore che sopporta i ritmi della famiglia e che viene sconvolto solamente dalla vendita della casa dopo la morte dello zio. Un film personalissimo, che vive nel segno del suo regista che ne ha curato la produzione in ogni dettaglio, lavorandoci fin dal 2007. Quello che colpisce maggiormente è l’estetica visiva, assolutamente originale, che ricerca atmosfere e visioni riconducibili agli anni in cui è stata realizzata la pellicola. «Il film è girato in pellicola 16 millimetri e con inserti di Super 8, per alcune scene abbiamo utilizzato anche delle gelatine colorate proprio per ricreare i colori dei film dell’epoca - continua il regista - perfino l’audio è registrato in mono; costumi e arredi sono originali». Al Lido di Venezia sono intervenuti gli attori del film, da Luca Sgolmin a Dario Folco fino a Dora Deldoge, e perfino l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi. «Un film come questo può solo fare bene al Veneto - sottolinea l’assessore - la storia del cinema è infarcita di luoghi comuni sui veneti, relegati ai ruoli di cameriere o immigrato: questo film invece racconta la regione ». Il film è in tournée promozionale (info www.igiornidiieri.it) e sarà presentato al Festival di Roma. «Mi hanno chiesto di portarlo a Roma, con sottotitoli in Italiano. Certo non si poteva pensare a questo film non in dialetto». Pozzan guarda già al futuro. «Ho il sogno di girare un film western. Ieri ho parlato con Aurelio De Laurentis e lo dovrò incontrare in futuro, ora bisogna solo attendere ».

Francesco Verni
09 settembre 2010 (ultima modifica: 10 settembre 2010)

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